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Giacomo Puccini senior (1712-1781) trisnonno dell’altro più celebre Giacomo, fu anch’egli un musicista e negli anni centrali del Settecento redasse un diario professionale che oggi rappresenta una fonte di eccezionale interesse per lo studio delle attività musicali nella Lucca di antico regime. Le informazioni sulla committenza, sui musicisti, sul repertorio, sulle esecuzioni ecc.
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, lungi dall’esaurirsi nella forma schematica del libro di conti, si ampliano sistematicamente in esposizioni talvolta assai lunghe, di schietto tono narrativo, ove non solo la vita musicale ma la vita stessa della città, cui la musica appare strettamente correlata, emerge e si offre alla nostra attenzione. Questa vena descrittiva e narrativa, assecondata da un linguaggio molto vicino al parlato, contraddistingue il diario e porta assai spesso il compilatore al di là delle registrazioni tecniche. Giacomo senior riversa nel suo libro le difficoltà di vario genere, le frustrazioni, i momenti umorali vissuti nell’esercizio delle sue molteplici mansioni; ne scaturiscono numerosi passi di sapore aneddotico. In alcuni casi, poi, Puccini si concede prolungate digressioni di carattere autenticamente diaristico; come quando racconta al suo ipotetico lettore, con dovizia di dettagli, delle attesissime e movimentate trasferte di lavoro a Bientina e in altri centri della Toscana. Ne risultano spaccati di costume e vita quotidiana del secolo diciottesimo, resi ancora più godibili da un’istintiva tendenza allo spunto ironico, al commercio salace; che impronta del tutto, per esempio, i report sui castrati e le loro “spacconate”. Nel presente volume il diario del primo Puccini viene letto estrapolandone le parti più ‘gustose’ e organizzando attorno a esse, per nuclei tematici, un discorso sulla musica, le istituzioni cittadine, l’assetto sociale, la vita di relazione, gli usi linguistici, la cultura materiale, il costume nelle sue varie espressioni. Molto risalto viene dato ai personaggi, cercando di cogliere le situazioni umane e gli aspetti comportamentali che la fonte lascia intravedere. Si tratta quindi di una ‘visione estesa’ del Settecento lucchese, colta da quell’angolazione particolare ma molto fruttuosa che la musica è in grado di offrire. La contestualizzazione si avvale di una ricerca d’archivio ampliata ad altri testi diaristici, ai documenti pubblici, agli epistolari.